Possibili Armonie: la Musicoterapia nella scuola primaria. Incontriamo la Responsabile del progetto Barbara Renzelli
di Marina Bassano –
La Musicoterapia nelle scuole: un progetto sperimentale, uno dei primi in Italia di così ampio respiro, che ha coinvolto insegnanti , genitori e bambini. Una realtà nella nostra città durata l’intero anno scolastico appena concluso, all’interno del XII Istituto Comprensivo di Borgo Faiti. Il progetto prende il nome di Possibili Armonie, è stato rivolto ai bambini di tutte le classi della scuola primaria. Abbiamo incontrato la responsabile del progetto, Barbara Renzelli, musicoterapista e insegnante dell’Istituto in questione.
“La fase iniziale ha riguardato la stesura del progetto e l’approvazione da parte del Collegio dei Docenti, che ha espresso parere positivo; successivamente, insieme alle altre insegnanti della Scuola Primaria dell’Istituto, ho incontrato i genitori degli alunni dei quattro plessi nella sede centrale di Borgo Faiti, illustrando il progetto e rispondendo alle numerose domande e poi è seguita la realizzazione dello stesso, dopo aver osservato le classi ed individuato le possibilità di intervento. Sono state coinvolte complessivamente 3 classi a Borgo Isonzo, 5 classi a Borgo Grappa, 10 a San Michele e a Borgo Faiti 8 classi, per un totale di 450 bambini circa e di più di 50 docenti. Vorrei ringraziare, anche in questa sede, la preside dell’istituto Marina Aramini, che mi ha spronato, soprattutto nella fase iniziale, e si è mostrata, poi, entusiasta e propositiva, aiutandomi non poco nella realizzazione di Possibili armonie”.
Un progetto coraggioso, dunque, articolato e multidirezionale, data la grande quantità di soggetti coinvolti. Cerchiamo di capire praticamente in cosa è consistito il lavoro:
“Si è trattato di un’attività molto diversificata tanto da un punto di vista organizzativo, quanto nell’utilizzo di mezzi e modalità di intervento. Abbiamo lavorato in piccoli gruppi, individualmente, con interi gruppi classi, con più classi contemporaneamente, in un’ottica inclusiva, in cui disabili, alunni con bisogni educativi speciali, bambini e bambine lavorassero insieme, ciascuno a suo modo. Tutti gli interventi sono stati fatti tentando di adattarsi a situazioni diverse, fornendo risposte che coniugassero tempi e spazi possibili, alle esigenze presenti. Durante le sedute, inoltre, abbiamo utilizzato la voce, il corpo e gli strumenti musicali dello strumentario Orff, finalizzando l’attività alla prevenzione del disagio e dell’abbandono scolastico. All’inizio le attività vertevano ad esempio su giochi con i nomi, che davano anche un senso di appartenenza alla classe; giochi legati all’ascolto di musiche con dei movimenti improvvisati con il corpo, oppure dei comandi con e senza musica; abbiamo svolto dei giochi incentrati sulla fiducia e conoscenza reciproca, i bambini hanno usato gli strumenti, improvvisando liberamente ed esprimendo, così, le proprie emozioni. Non è facile dar conto di tanta ricchezza di interventi con delle parole…
Nella Musicoterapia, l’elemento fondamentale è la relazione. Relazione tra musicoterapista e bambini e all’interno del gruppo. Tale centralità della relazione, fa sì che l’orizzonte in cui ci si muove è emozionale, si lavora con l’intelligenza emotiva, sulla possibilità di esprimere, regolare e autoregolare le emozione. Anche il semplice dare un nome e riconoscerle è un’attività piuttosto complessa per bambini della Scuola Primaria. Sono rimasta molto colpita da una frase di un bambino di quarta, che un giorno, con le lacrime agli occhi, mi ha detto che aveva capito cosa fosse la malinconia, per la prima volta. E’ stato un momento speciale per tutti i presenti. Alle sue parole, è seguito un silenzio pregno di commozione e riconoscimento di un valore, di un’importanza, di un’esperienza che ha lasciato il segno”.
Musicoterapia quindi come attività che sviluppa e favorisce le interazioni tra gruppi di persone e, quando si tratta di bambini si sa, le risposte arrivano sempre in modo inaspettato ed autentico. A fine anno, c’è stata anche la produzione di due rappresentazioni teatrali, che hanno fatto tesoro dell’attività musicoterapica:
“Sì, dal lavoro sulle emozioni è nato uno spettacolo a Borgo Isonzo, dal titolo “Lo specchio magico delle emozioni”, coordinato dalla dott.ssa Valentina Belardinelli, rappresentato a scuola e durante la festa del borgo. Questo tipo di lavoro è stato inserito anche nel progetto di fine anno sull’Eneide , portato avanti dalla dott.ssa Francesca Campoli e dallo staff di Docenti del plesso di Borgo Grappa, dando vita ad una perfomance artistica piuttosto variopinta.
Oltre a questa produzione visibile, il progetto ha mosso energie importanti, anche se di difficile quantificazione, trattandosi di un’attività squisitamente qualitativa. Il benessere che ne è derivato, è stato piuttosto evidente, così come l’entusiasmo di molti dei partecipanti.
Un grande valore aggiunto del progetto, inoltre, è stato l’aver contribuito a creare un’identità di Istituto nella relazione tra docenti e con i genitori. Per me è una delle cose più belle ed inaspettate dell’intero percorso”.
Barbara è approdata alla Musicoterapia come coronamento di un percorso professionale, in cui didattica, psicologia, musica, ricerca personale sono state sempre presenti:
“Per diventare un Musicoterapista, è necessario avere il titolo in uno strumento, avere dunque specifiche competenze musicali, e specializzarsi nelle scuole apposite; personalmente ho seguito un percorso di 4 anni nella scuola di Assisi, che è quella che ha praticamente portato la Musicoterapia nel nostro Paese, dai primi anni ’80.
Nella mia vita, attraverso la musicoterapia, ho coniugato l’arte, la musica, il movimento, il disegno, alla relazione e all’ascolto, che sono due aspetti preminenti innanzitutto a livello esistenziale e poi anche professionale, visto il mio essere una docente di Scuola Primaria.
Dopo l’importante attività di quest’anno, in cui ho sperimentato un tipo di musicoterapia preventiva rivolta a bambini, mi piacerebbe ora sviluppare maggiormente la musicoterapia per il benessere, che è indirizzata a persone normodate adulte e che si basa su un’idea di psicologia che non si fonda sulle cause del disagio, ma amplia gli strumenti positivi per poter agire”.
Nella nostra realtà scolastica uno dei progetti più articolati del genere, a livello nazionale, che ha ricevuto un’accoglienza positiva di tutte le parti in gioco.
Che si tratti di riabilitazione, di prevenzione o benessere, gli ambiti di intervento della musicoterapia sembrano disparati:
“Lo spettro di utilizzo di questa disciplina è molto ampio. Se la Musicoterapia entrasse nelle organizzazioni, offrirebbe degli strumenti efficaci per superare i problemi relazionali e migliorare il clima e la comunicazione. Penso alle squadre e in generale ai gruppi di persone che condividono un obiettivo o un compito. Nelle scuole a maggior ragione, dove i bambini rispondono sempre al meglio”.