Dal Diario di una donna divorziata
di Elisabetta Calandrini
Due ore fa ho firmato.
Da poche ore un semplice foglio di carta ci separa per sempre.
Questa mattina, mentre mi avviavo in tribunale, ho addirittura pensato di annullare il divorzio e tornarmene a casa, insieme a lui. Per il bene dei nostri figli, per salvare il nostro matrimonio. Ma poi, mi sono ricordata di quanto male ci ha fatto, delle notti insonni, della sua indifferenza e ho capito che innanzitutto avrei dovuto salvare la mia dignità. Per la prima volta in quindici anni gli avrei dimostrato che anch’io so fare delle scelte, anch’io so essere coraggiosa.
L’ho incontrato lungo il corridoio che portava in aula. Parlava con il suo avvocato e annuiva con la testa come a dire che qualsiasi cosa sarebbe accaduta avrebbe avuto la meglio e questo significava portarmi via ciò che di buono avevamo creato insieme: Cecilia e Francesco. Il rumore dei miei tacchi fece arrestare il loro interessantissimo discorso e per evitare il suo sguardo ho abbassato il mio rifugiandomi in bagno. Lì davanti ad uno specchio, ho pianto. Ho versato le lacrime che per tutti questi lunghi mesi ho voluto evitare, perché di fronte a certe situazioni non puoi crollare ed io, dovevo esser forte. Invece stamattina, qualcosa in me si è spezzato. A pochi passi da lui, dalla nostra separazione sono finita con la schiena contro il muro e le braccia strette sulla pancia perché, per quanto possa sforzarmi di sopportare quel dolore e maledirlo, prima ancora l’ho pur sempre amato.
Io e Marco ci siamo conosciuti casualmente a una cena di amici che avevamo in comune. Mi offrì un bicchiere di vino, così, per rompere il ghiaccio e parlammo tutta la sera delle tante cose che avevamo in comune. Ad entrambi piaceva l’arte, la letteratura, i libri. Mi parlò dei suoi viaggi, del suo lavoro. Da quel momento in poi attraversammo insieme le nostre vite ed eravamo così forti e così bravi al punto da decidere di unirci in matrimonio. A Marco, avrei dato l’amore che nessun’altra donna può, non ho mai avuto dubbi su questo. Poi, qualcosa è andato storto. Per mesi l’ho sentito distante, assente. Le sue telefonate erano quasi sempre interminabili e segrete. Le sue camicie profumavano di un odore che non era il mio, i suoi occhi me lo confermarono. Adesso che lo scrivo, mi torna in mente il giorno in cui ebbi la certezza di essere stata tradita. E’ indescrivibile la sofferenza che si prova, ti fa stringere i denti. Per mesi e mesi mi sono torturata immaginando il loro primo incontro, la loro prima volta al letto insieme, i loro sguardi. Per notti intere, nonostante lo sforzo, non sono riuscita a capire dove abbia trovato il coraggio di stare con un’altra donna, riempirla di attenzioni dimenticandosi di me, della persona alla quale aveva giurato amore eterno e fedeltà. Non ha pensato nemmeno per un secondo a come sarei stata se l’avessi saputo, a quello che sarebbe accaduto.
In aula mi ha guardata come sa fare solo lui. Quando mi guarda in quel modo io non sento più niente, per un po’ passano le arrabbiature, i cattivi pensieri. Si è avvicinato e ha detto mi dispiace. Che brutta parola! Inadatta, tra l’altro. Ho guardato mia madre, seduta in fondo alla sala, con la sua borsa stretta fra le braccia ed i suoi occhi tanto teneri quanto forti e mi sono ricordata delle sue parole: In amore non vince chi fugge ma chi resta e ama forte. Perciò, figlia mia, hai vinto tu che mai sei fuggita e sempre hai amato.
Aveva ragione, pienamente.
Forse non le capirò mai quelle persone che non riescono a prendere le distanze dal proprio uomo. Credo che non si vogliano abbastanza bene e abbiano paura di restare sole. Io invece, sono contenta di riprendere in mano la mia vita, di sistemarla come più mi piace. Mio marito mi mancherà e mancherà ai miei bambini quando prima di addormentarsi chiederanno la fiaba della buonanotte, quella del cavallo e della principessa dagli occhi blu. Non ci sarà a scaldarmi le spalle nelle notti d’inverno. Il lato del suo letto sarà vuoto e freddo. Ci saranno giorni in cui chiamerà per sapere come stiamo, passerà a prendere i nostri figli e se li porterà via durante i weekend. Ho saputo che ha preso in affitto un’altra casa, con un’altra donna, la stessa forse. E’ insopportabile l’idea che qualcun’altra prenda il mio posto, ma devo accettare anche questo.
Accadranno tutte quelle cose di cui le mie amiche mi parlavano, quando dicevano: spero non dovrai passarci mai. E invece adesso sono qui nella loro stessa situazione e condividiamo la stessa solitudine.
La vita non mi fa paura.
Tutta questa storia non mi fa paura.
Un giorno insegnerò ai miei figli a volersi bene.
Dirò loro che qualsiasi dolore li renderà infelici, non dovranno mai smettere di combatterlo.
Io, da sola, darò loro il buon esempio.