Artisti solidali. “Arte & libri per Diaphorà”… Graziella Bottaro
Di Cora Craus –
Pittura come ponte tra la parte più profonda di sé e la materia, il mondo. Questo ci è parso essere l’imperativo che Graziella Bottaro esprime nelle sue attuali opere: i mandala. Chiediamo aiuto alle parole di Carl Gustav Jung per comprendere cosa sia dipingere, creare, circondarsi o meditare con questa particolare figura. “Il Mandala rappresenta uno schema ordinatore che in certa misura si sovraimpone al caos psichico, così che l’insieme che si sta componendo viene tenuto insieme per mezzo del cerchio che aiuta e protegge. Ogni mattina schizzavo in un taccuino un piccolo disegno circolare un Mandala che sembrava corrispondere alla mia condizione intima di quel periodo. Solo un po’ per volta scoprii che cosa è veramente il Mandala: il Sè, la personalità nella sua interezza…”. La pittrice, insieme ad altri sette artisti solidali, partecipa all’evento “Libri & arte per Diaphorà” ideato e curato dalla scrittrice Rosa Manauzzi. In questo breve spazio noi proviamo a conoscere più da vicino “la persona dietro l’artista”.
Graziella Bottaro, cosa significa per Lei dipingere?
Per me dipingere significa operare con la modalità comunicativa che più mi si addice: linea, forma e colore sono elementi che, nel loro interagire operativo, mi consentono di estrinsecare emozioni o stati d’animo. In più, il dipingere è per me un’occasione per contattare il mio interiore, insomma è una forma di meditazione che diventa un atto spirituale.
Le sue creazioni artistiche risentono di una qualche influenza letteraria?
Le mie creazioni non risentono di una qualche influenza letteraria; ma sono sicura che quando ho iniziato, una decina di anni fa, ad interessarmi a libri e documenti sulla Geometria Sacra ne sono stata profondamente condizionata e sono stata condotta a realizzare i miei ‘Mandala personali’ nella consapevolezza che la matrice geometrica sottende a tutta la Creazione.
Il suo romanzo preferito?
“Nefertiti, la regina del Sole” dell’egittologo Christian Jacq, è un romanzo che fa parte dei miei preferiti. Leggendolo, sono stata affascinata da questa figura femminile, bella e carismatica, che ha avuto l’unica debolezza di essere legata da un amore assoluto al marito, cioè il faraone Akhenaton detto l’eretico.
Torniamo all’arte pittorica: il suo pittore preferito?
Picasso è il pittore che ritengo geniale e rivoluzionario perché con il ‘cubismo’, anziché descrivere in modo fedele ciò che lo circonda, scompone la realtà in piani e forme geometriche sintetizzando in un’unica composizione i diversi punti di vista.
Di questo pittore quale opera considera emblematica?
L’opera di Picasso che considero emblematica è “Les Demoiselles d’Avignon”. In essa, per via del ‘cubismo’, la realtà appare scomposta in volumi elementari, e una modella vista di spalle mostra contemporaneamente il viso.
(n.d.r.) Quest’opera è considerata il Manifesto del Cubismo e a lungo è stata considerata l’opera più immorale del pittore catalano, alla sua prima esposizione il critico Fènèon invitò Picasso ad abbandonare la pittura. Nel 1937 fu acquistata dal MoMa, il Museum of Modern Art di New York, dove è oggi esposta.
Qual è il suo colore preferito?
Mi piacciono tutti i colori; ho però una passione particolare per le coppie dei colori complementari per il fatto che ciascuna di esse viene percepita dal cervello come colore bianco, cioè il colore della Luce del sole.
Dispone della macchina del tempo: in quale periodo storico farebbe incursione?
Avendo a disposizione la macchina del tempo farei incursione nel periodo del Nuovo Regno della storia dell’antico Egitto per andare al cospetto del faraone Akhenaton. Dico questo perché sono stata conquistata da questo personaggio durante una visita al Museo del Cairo e dalla lettura del libro che ho sopracitato. Il faraone Akhenaton ruppe con il politeismo e introdusse, con il monoteismo, il culto del Sole.
Cos’è per lei la pace?
La pace, per me, è uno stato dell’essere: essere in armonia con sé stessi innanzitutto, per essere, poi, in armonia con gli altri, con il mondo intero e con il creato, essere nella consapevolezza e nella coscienza di appartenere ad una dimensione superiore e non solo a quella materiale.
La Diaphorà è “una certezza” per le persone con disabilità. Un’associazione, che grazie ai tanti volontari, offre un variegato ventaglio di attività; tra esse c’è qualcuna che apprezza in maniera particolare?
Trovo tutto l’insieme, materiale e immateriale, della Diaphorà uno “spazio” armonioso dove si fondono i limiti tra utenti, volontari e ospiti. Per rispondere, nello specifico, alla sua domanda apprezzo molto il corso di ceramica che offre l’opportunità di sperimentare l’espressività attraverso la conoscenza della “materia” la manipolazione della creta e le tecniche decorative.
Cenni biografici
Graziella Bottaro, nata ad Asmàra, (Eritrea) vive ed opera da tanti anni in Italia; abita a Latina dove ha attuato la professione di insegnante. Si dedica dapprima ad osservare e studiare opere di grandi artisti Moderni realizzando, con diverse tecniche, omaggi a Gauguin, Van Gogh, Cezanne.
Usa, poi, forme simboliche per esprimere sentimenti legati al proprio vissuto personale ed intimo.
Attualmente usa essenzialmente segni e colori in composizioni semplici, spontanee, istintive o forme circolari e geometriche come i mandala. Ha partecipato a mostre collettive tra cui “MAD, Festa del Diritto alla Musica”, “Mostra Internazionale di Arte Contemporanea “33 Donne amorose” e realizzato numerose esposizioni personali. Sue opere si trovano in prestigiose collezioni private sia Italia che all’estero.