Artisti solidali. “Arte & libri per Diaphorà”… Paola Acciarino
Di Cora Craus –
Nella chiacchierata con l’artista Paola Acciarino risuonano nomi femminili di pittrici e scrittrici legate dal sottile fil rouge della femminilità, impegno, ribellione, lotta per sé e le altre donne. La pittrice, insieme ad altri sette artisti solidali, partecipa all’evento “Arte & libri per Diaphorà” ideato e curato dalla scrittrice Rosa Manauzzi. In questo breve spazio noi proviamo a conoscere più da vicino “la persona dietro l’artista”.
Paola Acciarino, cosa significa per Lei dipingere?
Dipingere per me è quasi una questione vitale: ricordo una scena della serie TV “Olocausto”, vista da bambina: uno dei protagonisti, un pittore, prigioniero in un campo di concentramento, disegnerà con mezzi di fortuna fino a quando non esalerà l’ultimo respiro. Già allora pensai che avrei dipinto comunque e sempre.
Le sue creazioni artistiche risentono di una qualche influenza letteraria?
Raramente ma vorrei sfruttare di più le suggestioni della letteratura. Mi sono ispirata certamente a Borges e Italo Calvino per una serie di dipinti che rappresentavano città immaginarie e miraggi.
Il suo romanzo preferito?
Come sicuramente immaginerà, è difficile indicare un solo scrittore (o un solo artista, un solo musicista) preferito: al momento mi appassiona la lettura dei “Racconti” di Julio Cortazar e Margaret Atwood con “Occhio di gatto” che ho terminato da qualche mese ma che ha lasciato delle tracce profonde.
(n.d.r.Il libro citato “Occhio di gatto” ed. Ponte delle Grazie, di Margaret Atwood, una delle voci più note della narrativa canadese, fu selezionato tra i finalisti al Booker Prize del 1989.
La protagonista del romanzo è una pittrice, Elaine Risley, che in occasione della prima retrospettiva delle sue opere ritorna nella città dov’è cresciuta, Toronto. E, i ricordi della sua infanzia l’assalgono con violenza: Elaine è vittima di bullismo da parte delle tre ragazze, le sue “migliori amiche”. Quando le ragazze abbandonano Elaine in un burrone; mezzo congelata, ha una visione della Vergine Maria, che la guida verso la salvezza…
L’incipit: “Il tempo non è una linea ma una dimensione, come le dimensioni dello spazio. Se si può piegare lo spazio, si può piegare anche il tempo, e se grazie alle necessarie conoscenze ci si potesse muovere più velocemente della luce, si potrebbe viaggiare a ritroso nel tempo ed esistere contemporaneamente in due luoghi”.)
Torniamo all’arte pittorica: il suo pittore preferito?
Anche in questo caso, la risposta è quasi impossibile, tradirò una moltitudine di artisti che amo citandone solo due: Michelangelo Merisi da Caravaggio e Jenny Saville.
(n.d.r. Jenny Saville, inglese, nata a Cambridge il 7 maggio 1970, è l’artista vivente più quotata al mondo. “Il nudo femminile è tradizionalmente dipinto dagli uomini per altri uomini da guardare. L’artista inglese sfida questa dinamicadipingendo spesso se stessa, spesso nuda – diventando artista e modella dell’artista, e rivendicando così l’agenzia come soggetto e autore del suo lavoro. I dipinti di Saville del suo stesso corpo nudo che sovrastano uno spettatore. Minacciano lo status quo dell’artista vestito, maschio e modello di donna nuda così centrale per i dipinti storici dell’arte di nudi” Così scrive Sergio Risaliti direttore del Museo Novecento di Firenze)
Di questi pittori quale opera considera emblematica?
Del Caravaggio, l’opera più emblematica è forse la Vocazione di San Matteo, anche se amo moltissimo La morte della Vergine; della Saville, pittrice contemporanea, probabilmente il ritratto di una donna priva della vista, o le sue maternità.
Qual è il suo colore preferito?
Per un pittore è difficile scegliere! Al momento il turchese, i blu: li uso molto. Ma come resistere al fascino di alcuni gialli, di certi rossi?
Dispone della
macchina del tempo: in quale periodo storico farebbe incursione?
Non andrei molto lontano: mi piacerebbe vivere al Greenwich Village negli anni
’50-’60, far parte delle avanguardie artistiche dell’epoca e partecipare alle
lotte per l’indipendenza, i diritti e l’autoaffermazione delle donne.
Cos’è
per lei la pace?
Rispetto reciproco, equità,
condivisione, dialogo, sostegno reciproco.
La Diaphorà è “una certezza” per le persone con disabilità. Un’associazione, che grazie ai tanti volontari, offre un variegato ventaglio di attività; tra esse c’è qualcuna che apprezza in maniera particolare?
È una realtà che apprezzo moltissimo e pensando “alle colazioni solidali” che organizzano ogni sabato mattina cito il laboratorio formativo delle tecniche di sala dove i ragazzi imparano ad accogliere i clienti, apparecchiare e sparecchiare, prendere ed evadere ordini, svolgere e gestire la cassa e soprattutto diventa un veicolo per un reciproco relazionarsi.
Brevi cenni Biografici
Paola Acciarino Guerriero, pittrice e fotografa è nata a Napoli e vive, da ormai molti anni, a Latina. Si è diplomata al Liceo Artistico di Latina e, col desiderio di portare l’arte nel quotidiano attraverso gli oggetti di uso comune, si laurea in Industrial Design presso l’ISIA di Roma. In virtù di una profondissima curiosità verso le arti in generale e le varie modalità espressive, approfondirà anche le tecniche di incisione calcografica, ceramica, scultura e fotografia. Artista poliedrica, utilizza linguaggi e stili diversi che spesso cerca di combinare insieme in una ricerca non solo tecnica, estetica ed etica, ma anche con l’intento di compiere una necessaria introspezione senza tuttavia distogliere lo sguardo dalle dinamiche della società contemporanea con particolare attenzione al ruolo delle donne. E’ fondatrice di Opale Lab, un laboratorio d’arte multidisciplinare e, in collaborazione con l’artista Piera Vertecchi, co-fondatrice del gruppo di guerrilla art No Chi.