Donne in lotta. “Non ci provare – Un secolo di coraggio femminile” di Irene Giacobbe
Di Cora Craus –
“Non ci provare – Un secolo di coraggio femminile” di Irene Giacobbe è un prezioso, saggio sulla lotta contro le molestie sul lavoro. L’autrice, d’origine siciliana e romana d’adozione, presenta subito l’obiettivo di questa sua fatica: un excursus sulle molestie sul lavoro che comprende racconti, testimonianze, lotte, leggi, la fatica, la vergogna, la paura di denunciare, l’ostilità della società e delle altre donne, lo scherno, l’indifferenza che ha circondato e, purtroppo, spesso circonda ancora oggi la vittima. Il libro affronta la violenza nel mondo del lavoro, fuori dalla violenza domestica. “…Ovunque le dinne lavorano, studiano, reclamano i loro diritti, le molestie sono una comune e quotidiana esperienza.” Irene, parte dalla prima, riconosciuta, denuncia, di una donna nel 1886, per molestie sul lavoro e giunge fino all’attuale # MeTOO. Questo lavoro è considerato il libro-testamento di una tenace sindacalista, di una orgogliosa e battagliera femminista di una disponibile e sensibile compagna; Irene è venuta a mancare all’improvviso mentre il libro era in stampa.
“Non ci provare – Un secolo di coraggio femminile” (ed. All Around – pag.158 – € 15) è diviso in piccoli e numerosi capitoli questo gli permette di trasformarsi in un agevole e veloce strumento di consultazione e la notevole bibliografia è di per sé una guida per chi volesse approfondire specifiche tematiche o risvolti legislativi. Il lavoro di Irene Giacobbe ha la puntigliosità, il rigore dei dati storici e politici del saggio di pregio arricchito da una narrazione fluida – a tratti emotiva – che rivela tutta la profonda dimestichezza, l’inesauribile coinvolgimento umano e politico dell’autrice sull’argomento. Il libro ha la lucida e affettuosa prefazione di Silvia Garambois, Presidente Nazionale di GiULiA giornaliste, che permette alla lettrice di entrare “in confidenza” con la riservata e battagliera compagna Irene.
Il libro apre ricordando la prima grande denuncia pubblica di una giovane insegnante elementare, Italia Donati, all’indomani dell’Unità d’Italia. Le angherie, le molestie e l’indifferenza di chi avrebbe dovuto garantire la sua dignità di lavoratrice la portarono al suicidio non prima di aver denunciato e scritto un dettagliato documento sull “aggressività gerarchica”. Lettere, report in cui descrisse la realtà che circondava il mondo delle giovani maestre. “Il corriere della sera” volle dedicarle una lapide per ricordare il suo coraggio ma anche la voluta sordità e cecità della società che la circondò. “Abbiamo guardato – scrive Irene Giacobbe – per 4.000 anni: adesso abbiamo visto!”. Scriveva Carla Lonzi insieme a Carla Accardi ed Elvira Banotti in uno dei punti del Manifesto di Rivolta femminile che apparve sui muri di Roma a luglio 1970… e abbiamo nominato, aggiungiamo noi: Molestie sessuali! Lo hanno dato le donne il nome a questa forma di violenza sul lavoro, l’unico tra i reati a essere definito da donne. Il reato che non c’era e che nella lettura maschile dei fatti diventava, di volta in volta, “corteggiamento, avances, carezza, complimento pesante…”
Uno dei primi capitoli ci porta indietro all’attualità di qualche decennio passato. Era il 1988 quando a Roma un gruppo di sindacaliste della CGIL e di parlamentari comuniste incontrarono Michael Rubenstein, avvocato inglese, incaricato dalla Comunità Europea di realizzare sul territorio UE la prima organica indagine sulle molestie sul lavoro. Dal documento emerse quanto il fenomeno fosse pervasivo e coinvolgesse tutte, nessuna esclusa, le categorie di lavoro. In quel panorama più o meno omogeneo un dato diverso e agghiacciante riguardava l’Italia: non vi erano né denunce, né un dibattito, né qualsivoglia segnalazione a sindacati o associazioni. Le denunce di molestie, spiega Irene Giacobbe, erano più segrete delle denunce per stupro e violenza. Leggendo il capitolo, seguendo passo dopo passo quello che riuscirono a fare un micro gruppetto di donne tra cui c’era l’autrice, ci rende fiere di essere donne. Una realtà politica così ben sottolineata e interpretata nella presentazione di Maria Palazzesi.
Oggi può sembrare paradossale scoprire quanto impegno, quanta lotta, quanta fatica e collaborazione anche a livello internazionale sia stato necessario per creare la definizione e il significato di “molestie sul lavoro” termine che non esisteva.
Un bel documento storico riportato nel libro è un saggio di Catharine Mac Kinnon dell’università di Yale, tradotto dalla stessa Giacobbe, “Nominare per esistere: Le molestie sessuali” dove si evince, certo, la necessità di leggi ad hoc per i diritti delle donne ma anche un opera d’informazione per rendere chiari i contorni del reato a chi li commette perché in una società pervasa dal patriarcato anche i reati più efferati agli occhi degli uomini non sembrano tali. E questo succedeva e succede sia nel democratico Occidente che nel sempre più vicino Oriente. Irene Giacobbe ci ricorda che la battaglia ancora non è stata vinta e quanto sia importante il patto intergenerazionale. “Nel passaggio da una generazione alla successiva, abituate alla vivificante esperienza della partecipazione collettiva, al prendere parola e iniziativa insieme, molte di noi hanno finito per trascurare nuove modalità, nuovi bisogni, la richiesta di attenzione e di diverso coinvolgimento che veniva dalle giovani.”
“Non ci provare – un secolo di coraggio femminile” è un catapultare, un immergere la lettrice senza soluzione di continuità in macro e micro eventi epocali che tanto hanno cambiato la nostra condizione di lavoratrici ed hanno sviluppato una solidarietà solidale e trasversale ritenuta impossibile solo pochi decenni fa.
Così come è inevitabile pensare che se l’Internazionale dei diritti delle donne rimane una grande utopia per contro la scia della violenza dei diritti negati non conosce né ostacoli né confini.
Nel libro vengono evidenziati i numerosi passi avanti fatti dopo l’esplosione del Me TOO, vi sono testimonianze delle rappresentanti sindacali, delle Consigliere di Pari Opportunità che hanno collaborato a stilare un vademecum su come riconoscere le molestie anche minori e come reagire. Una carrellata che spazia in tutto il mondo dove, nonostante le amarezze, la crescita delle molestie, sono state varate leggi, realizzato importanti iniziative. Rivendicazioni partite da una grande unica catena che ha unito Los Angeles a Bollywood attraversando l’Australia, l’Africa e giungendo in Italia sia attraverso la lettera delle lavoratrici dello spettacolo sia scuotendo tutto il cinema italiano tutto ciò ha creato una inarrestabile onda.
Nel nostro parlamento giacciono tre proposte di legge sull’aumento delle pene. Perché molestie e violenza sono sempre atti contro la persona non contro la morale, la dignità. L’autrice si chiede se dopo oltre un secolo dalla morte di Italia Donati il governo italiano troverà “le giuste parole” per scrivere finalmente una legge chiara contro le molestie? Di una cosa l’autrice si mostra certa, che un secolo di battaglie femminili e femministe ha portato donne e uomini ad una maggiore consapevolezza. Così come è certo che tutti dovremo centuplicare l’impegno di lotta per debellare, estirpare la piaga delle molestie sul lavoro.
Chi è l’autrice Irene Giacobbe?
Irene Giacobbe nasce a Messina e del sud ha sempre conservato il calore, l’entusiasmo, la genuina accoglienza, è stata giornalista, sindacalista e scrittrice. Femminista storica, impegnata nelle politiche di genere, per la democrazia paritaria, i diritti umani e delle donne e nel contrasto a ogni forma di molestia, violenza e discriminazione. Ha scritto per varie testate come lo storico “Noi Donne”, “Il foglio de il Paese delle donne” ha fondato il giornale online “Power & Gender” diretto da Eva Panitteri. Socia dell’Associazione GiULiA – Giornaliste Unite Libere Autonome. Attenta ai percorsi democratici e costituzionali, all’uso non sessista del linguaggio e alle istanze delle giovani generazioni, si è particolarmente spesa sui temi dell’informazione, del lavoro e dell’empowerment femminile.