ED editoriale

Giovedì, 10 Febbraio “Giorno del Ricordo”, esce in tutte le librerie il romanzo “Esuli – Da Pola a Latina” di Salvatore D’Incertopadre.

Di Cora Craus –

“Esuli – Da Pola a Latina” di Salvatore D’Incertopadre è un romanzo ispirato alla storia, alla tragedia degli esuli istriani, alla violenza disumana delle foibe. Un romanzo pieno di calore umano e partecipazione con uno sguardo politico distaccato, obiettivo mai indifferente. L’autore, già Segretario della CGIL Pontina per oltre un decennio, intreccia con sicurezza il racconto di fantasia dei personaggi con la veridicità dei dati storici/politici/sociali che furono alla base della “pulizia etnica” perpetrata dai partigiani di Tito nei confronti degli italiani.

Salvatore D’Incertopadre con maestria ci conduce a conoscere l’anima cangiante e tormentata di luoghi teatro di tanta storia europea.

Il lettore/trice partecipa in presa diretta allo srotolarsi delle vicende umane dei protagonisti, del tenero intrecciarsi di delicate storie d’amore e la chiara e sintetica esposizione della Storia e i suoi retroscena politici che a tratti prendono il ritmo di un tragico thriller.

I protagonisti del romanzo sono i componenti della famiglia istriana Marich, concessionaria di una cava della famosa pietra d’Istria, costretti dal regime fascista ad italianizzare il nome in Mari.

 Alberto Mari è il filo conduttore della storia, ma il collante vero, le assi portanti sono due splendide figure di donne: la matriarca Margherita, mamma di Alberto, e Lea la nipote prediletta di Margherita a cui si associano altre variegate figure femminili tra queste vi è la silenziosa eroina Maria, la domestica di casa Mari, che volontariamente si immola per salvare la giovanissima Lea da uno stupro da parte dei partigiani slavi di Tito. A lei si aggiunge la giudiziosa Ginesia dal carattere pacato e solitario ma legata da uno sconfinato amore per la solare ed esuberante sorella Lea. Tecla, la loro bellissima madre una donna raffinata con uno spiccato senso artistico ma debole ed irrisolta.

Alberto incarna il sogno italiano di quella terra, un giovinetto che voleva essere compagno di lotta di Nazario Sauro e si ritrovò, suo malgrado, soldato dell’esercito dell’impero asburgico. Un sognatore costretto a vivere la vita del pragmatico con un’unica, solida certezza: è un italiano e ama l’Italia e coltiva la convinzione che l’Italia ami lui e la sua gente. Convinzione che cerca di non far traballare neanche quando, per poter continuare a lavorare, è costretto a prendere la tessera del Partito Fascista.

Il romanzo è ricco di colpi di scena che, pur narrando in maniera cruda di violenze e ingiustizie, porta con sé un sottofondo di speranza, di voglia di vivere rappresentato di volta in volta dai vari protagonisti che sembrano passarsi il testimone, come novelli tedofori, della fiducia e della forza nei momenti più bui.

Il romanzo si dipana e si attorciglia in una difficile pagina della seconda guerra mondiale, ma anche in una tragica pagina del dopo guerra italiano e il rifiuto dell’Italia di accettare gli esuli istriani, di riconoscerli come suoi figli; rimangono a testimone di questo gli articoli di fuoco del quotidiano “Unità”, fedelmente riportati dall’autore.

Ho letto con piacere “Esuli – Da Pola a Latina” (Ed. Aletti – pag. 190 – €14) perché in esso vi ho trovato la forza inesausta della dimensione umana; e, partecipando emotivamente alla vita dei protagonisti, mi ha permesso di comprendere, dal “di dentro”, in maniera profonda il significato del “Giorno del Ricordo”.

 Risuonano forti le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Oggi la comune casa europea permette a popoli diversi di sentirsi parte di un unico destino di fratellanza e di pace. Un orizzonte di speranza nel quale non c’è posto per l’estremismo nazionalista, gli odi razziali e le pulizie etniche.”

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista