Il teatro come sentiero all’alfabetizzazione emotiva
Di Cora Craus –
Fare teatro è creare e rivivere emozioni. Ma, per introiettare fino in fondo questa esperienza, occorre il coinvolgimento dello spettatore il quale deve avere una alfabetizzazione emotiva funzionale alla comprensione dell’effetto creato dalla rappresentazione. Questa ci è parsa la tesi esposta dal Dr. Claudio Pirillo in una bella riflessione titolata “Teatro ed emozioni” pubblicata sulla storica rivista “Teatro e Cinema contemporaneo” fondata dal Prof. Mario Verdone papà dell’attore Carlo Verdone.
L’articolo spiega in maniera dotta l’importanza di questa pre-condizione che permette all’attore e allo spettatore di rispondere in maniera profonda al canovaccio dei sentimenti intessuti nella storia.
Bello il passaggio in cui viene sottolineato come le emozioni siano “agenti trasformatori della nostra chimica interiore” e che la nostra attuale capacità di sentirle e decodificarle “è la somma emozionale delle generazioni che ci hanno precedute” e che noi, tutti, portiamo inscritto nel DNA.
Claudio Pirillo, – psicologo clinico, esperto per le attività didattiche seminariali del Master “Nuove professioni del cinema e dell’audiovisivo” presso l’Università Roma TRE, Direttore del Dipartimento di psicologia giuridica, forense, contro la vio9lenza presso Federiciana Università Popolare (Roma- Cosenza) -sottolinea che, indipendentemente dal genere, se la rappresentazione teatrale riproduce la quotidianità essa diviene un invito alla riflessione e al compattare un Sé mai così spezzettato, frammentato sotto mille maschere e alienato in un deserto emotivo qual è l’epoca odierna.
La rappresentazione teatrale unisce attori e spettatori nella trasformazione della finzione in realtà, in sentimenti vivi e questa interazione emotiva sviluppa capacità relazionale. E poiché vivere e condividere le emozioni aiutano la nostra salute fisica e mentale, ecco che il teatro si prefigura come un affascinante e magico presidio psicoterapeutico. L’autore porta a sostegno di questa tesi uno studio pubblicato sul “British Journal of Psychiatry” nonché uno studio similare allargato anche ai benefici fisici, condotto dalla Fondazione “Villa Santa Maria” che da molti anni conduce ricerche sui benefici arte/salute.
Claudio Pirilli ricorda e condivide con i lettori/trici l’impressione e la meraviglia di un’esperienza di cui è stato attento spettatore: la messa in scena a Crotone di un “Amleto” recitato da pazienti schizoidi e schizofrenici “lo stupefacente fu la grande precisione dei pazienti nell’interpretare la parte affidata, e l’immenso sentimento partecipativo che pervadeva il pubblico: tutta la gamma delle emozioni e dell’empatia allo stato puro.”