La scrittrice, Rosa Manauzzi: “L’arte è una delle forme più alte di comunione consapevole con l’Universo”
di Cora Craus –
A margine del primo entusiasmante appuntamento con “Libri & Arte per Diaphorà” abbiamo, letteralmente, messo in atto un operazione di pressing sulla scrittrice Rosa Manauzzi, ideatrice e curatrice dell’evento, per conoscere, a caldo, le sue impressioni sulla giornata. Nel sentirla affermare: “L’arte, credoche sia anche la scelta più educativa per il nostro spirito” abbiamo sentito emergere l’appassionata docente. In tutta la sua forza si è palesata la battagliera operatrice culturale e sociale nel dire: “Ovunque si distrugga arte non possiamo parlare di presenza veramente umana”
Rosa Manauzzi, è soddisfatta di questa prima giornata di “Libri & Arte per Diaphorà”?
Moltissimo! C’è stata una serie di coincidenze fortunate che hanno reso l’atmosfera bellissima. Bambini che osservavano curiosi i quadri e davano i loro giudizi, tante persone allo stand dei libri, anche solo per scambiare due chiacchiere, amici che non vedevo da due anni che sono venuti a incontrarci, i ragazzi di Diaphorà sempre splendidi e gentilissimi, gli organizzatori del sabato solidale, gli artisti… c’era persino bel tempo. Posso dire che è stato uno degli eventi più riusciti, più sentiti, più partecipati. L’idea di esporre soltanto, senza alcuna presentazione, senza alcuna formalità, ma lasciando parlare la natura, l’arte, i bimbi e i libri, è stata la leggerezza che occorreva, dopo mesi e mesi di vincoli. Non che la prudenza sia finita ma stare all’aria aperta con tanta energia e tante belle persone è stato semplicemente magico.
Artisti di grande sensibilità ma anche di oppostissime personalità e stile. In privato, per i nostri lettori/trici, vuol definire ciascuno con un aggettivo e quale emozione Le hanno suscitato le loro opere? Andiamo in ordine alfabetico:
Sicuramente hanno sviluppato un sentire diverso e si esprimono diversamente. Tuttavia, per chiunque crei artisticamente, c’è una fonte comune a cui si attinge e per chi, come me, ama l’arte è un po’ come riuscire a seguire i tanti ruscelli che ne possono derivare, apprezzandoli tutti. Trovare un aggettivo per ciascuno sarebbe un’impresa, data la complessità che sempre si cela dietro la figurazione più semplice. Devo spendere qualche parola in più, anche se rischio di essere ugualmente riduttiva.
Paola Acciarino esplora la profondità dell’animo, sembra capace di afferrarla a piene mani per portarla in superficie et voilà, te la mostra inquieta e delicata. Graziella Bottaro è una cercatrice di armonia, dipinge la cerchiatura smussando tutti gli angoli della realtà, la natura è il mandala che più ama. Angela Cacciotti riesce ad imprimere una forza tale al colore da rapirti davanti la figura, non è un caso che si leghi fortemente al sociale. Annalisa Lazzarotto conduce una battaglia originalissima per l’ambiente, innescando il colore in oggetti e creature viventi come fosse un promemoria di rispetto e bellezza allo stesso tempo. L’effetto è strepitoso!
Cruciano Nasca (NuN) ha creato un’architettura unica del colore, a tal punto da dare respiro ai muri. Le sue città sono portali di luce. Milena Petrarca mette in rilievo la forza del femminile e slancia il volto delle donne annullando stereotipi secolari. Le figure ammaliano con gli occhi. Laura Torchiani tesse un corpo nuovo solo apparentemente fragile, è invece indistruttibile, senza necessità di corazze. Si percepisce un percorso che trascina dentro e spiazza. Piera Vertecchi riesce a creare arte giocando, nel senso pieno del termine, con forme e materia, abilmente catturate dal colore. Basta un po’ di polvere di caffè e ti crea un mondo di espressioni.
Mi piacciono tutti, la loro arte e la loro storia. Se li ho voluti con me per questa prima edizione è perché un po’ li conosco, un po’ abbiamo camminato insieme e siamo cresciuti insieme. Oppure perché sono loro riconoscente.
Ho notato la presenza di tanti libri gialli e noir. Come mai?
I libri sono stati donati dalla famiglia del Magistrato Vito Giampietro. Non so perché nella sua biblioteca personale vi fossero tanti libri di questo genere. Di sicuro ne era un appassionato lettore. Apprezzava comunque un po’ di tutto, i grandi autori classici e contemporanei, passando da Dostoevskij a Murakami, da Camilleri a Alan Bennett, da Eco a Sepulveda, e molti altri sempre con un occhio di riguardo per le storie torbide e da risolvere.
C’erano anche libri d’arte. Cos’è per lei l’arte?
Sì, ho deciso di donarli al liceo artistico Michelangelo Buonarroti di Latina, mi è sembrata la scelta più opportuna. Si tratta di due collezioni di monografie di grandi artisti. Saranno utilissimi agli studenti che lavorano su tecniche specifiche.
Cos’è per me l’arte… ciò che ci rende umani, che ci distingue dalle bestie. Ovunque si distrugga arte non possiamo parlare di presenza veramente umana, cioè degna di questo nome. Quando scoppia una guerra, la prima cosa che si cerca di mettere a riparo sono le opere d’arte, testimonianza vivente di secoli e secoli di “tentativi” di civiltà umana, di progresso. Anche l’opera più recente è una stratificazione di mondi trascorsi, di radici intrecciate del popolo degli umani di cui siamo parte. Colpire l’opera, abbatterla, è recidere per sempre una di quelle radici…
L’arte è una delle forme più alte di comunione consapevole con l’Universo. Credo che sia anche la scelta più educativa per il nostro spirito, purché non rimanga una sterile osservazione mentale o una distratta passeggiata davanti l’opera. L’arte va respirata e contemplata, in un’unione col creato da cui trae origine.
Vi saranno altri due appuntamenti, dopo la Pasqua, con “Libri & Arte” per Diaphorà”, pensa che diventerà un appuntamento primaverile fisso, sembra la sua stagione preferita come ci ricorda il titolo del suo ultimo romanzo “E’ tempo di fare primavera”?
Il 23 e il 30 aprile ci saranno altre due mattinate da trascorrere insieme, sempre dalle 10 alle 12, tra libri, arte e le colazioni solidali buonissime preparate dai ragazzi di Diaphorà. Come recita il titolo del mio ultimo romanzo, è tornato il tempo di “fare” primavera, riattivarsi, e soprattutto “fare” insieme come comunità. Scelsi quel titolo perché non volevo indicare una stagione specifica; piuttosto intendevo dire che è sempre il tempo giusto per migliorare ciò che ci circonda, soprattutto ristabilire l’armonia con l’ambiente, al momento più che compromesso a causa della prepotenza di chi colpevolmente ignora. Dovremmo muoverci in punta di piedi e dire grazie più spesso.
I prossimi sabati saranno benvenuti i bambini che vorranno piazzarsi davanti ai quadri per soddisfare ogni curiosità e disegnare insieme agli artisti. Un telo da mare per sedersi sull’erba, un album, colori a legno, a spirito e a cera e potranno divertirsi sotto la guida esperta. Poi a maggio penseremo proprio ai libri per i più piccoli, con belle presentazioni e una sorpresa che più in là svelerò. Diaphorà è una bella realtà, sono sempre felice di collaborare. Di sicuro ripeteremo l’esperienza, anche con altre formule.
Cos’è per Lei la Pace?
Svegliarmi al mattino nella sicurezza della mia casa e dei miei affetti, con la natura che cinguetta intorno, la calma della domenica, osservare un fiore, un gatto che sbadiglia, piccole cose, poter dire Dio ti ringrazio per questa vita, e per tutta la pace intorno che mi è data in dono.
Penso spessissimo al popolo ucraino che si credeva in pace e da un giorno all’altro è stato barbaramente attaccato. Anni a conquistarsi libertà e pace e invece l’invasore è tornato, mentre dormivano tranquilli nel loro letto e conducevano una vita simile alla mia, alla nostra. Chi andava a scuola, chi lavorava, chi stava pensando al prossimo evento culturale… e all’improvviso bum. Non è ammissibile. Qualsiasi tipo di invasione dello spazio altrui non è ammissibile. Un passo del genere, così drastico e violento, è segno di una instabilità che necessita di cure. Mi auguro che l’impegno collettivo, “il fare primavera”, possa estendersi ovunque. La pace, la bellezza, l’arte, siano l’unica occupazione possibile.