L’ipocrisia della pace non funziona, nemmeno a Pasqua.
di Alga Madìa –
Le previsioni del tempo dicono che pioverà. E noi avremmo avuto bisogno di un po’ di sole per l’anima in questa Pasqua ma, peggio della pioggia, abbiamo trovato la notizia dell’atroce massacro di tutti quegli studenti che all’alba di giovedì scorso hanno trovato la morte nel Campus universitario di Garissa, nella parte est del Kenia.
Massacrati, decapitati in perfetto stile Isis, da estremisti somali. 147 i morti accertati, ancora incerto il numero degli studenti presi in ostaggio, 4 i terroristi uccisi.
Erano insonnoliti quando gli al Shabaab hanno fatto irruzione e sparato all’impazzata e anche quando hanno separato i ragazzi di fede cristiana da quelli musulmani, cui hanno risparmiato la vita. Ancora e da millenni la fede che separa, che giudica e uccide in nome di un dio che se è così, meglio che non esista.
Quel Cristo che non è venuto a portare la pace, ma a scuotere gli animi, che ci ha lasciato quel “romanzo d’amore”, di tolleranza e di condanna senza appello degli ipocriti, di coloro che giudicano ma non hanno il coraggio di ammettere le proprie colpe, i propri limiti. Quel romanzo così vero e così attuale.
Erano incolpevoli, come lo era Lui, erano ragazzi che volevano solo studiare, crescere, amare.
“Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno”.
Dillo Tu Signore ora. Dillo Tu che li perdoni, perché a noi viene davvero difficile.
Dillo a quelle mamme che saranno state lì, come la tua, a sollevare il corpo inerme dei loro bambini.
Apri Tu i loro cuori e i nostri perché si stanno chiudendo sempre più alla comprensione.
Perché tutto questo non può essere compreso da noi umani, non può essere capito, nemmeno il giorno di Pasqua, quando tutti sappiamo parlare di amore e di pace.