Cardinale Parolin, persa un’occasione per ricordare che l’amore non è mai una sconfitta
di Alga Madìa –
…e va bene. Lo so che sono temi difficili, so benissimo che agire d’istinto è quanto di peggio si possa fare perché si rischia di non essere sufficientemente lucidi nel fare analisi e nell’esprimerle.
Così, ho deciso di aspettare 48 ore, anche un po’ di più. Ma non ce la faccio ad esprimere la mia contrarietà rispetto alle parole del segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, senza metterci dentro tutta la mia indignazione. Quella che sento dentro la pancia.
In un momento in cui Papa Francesco sta facendo un grande lavoro per riconoscere il cambiamento dei tempi, per combattere come Cristo le ingiustizie di questo mondo, l’ipocrisia, uno degli atteggiamenti più gravi che la Chiesa abbia conosciuto al suo interno, il Segretario afferma che le “nozze gay sono una sconfitta per l’umanità“. A seguito del risultato del referendum nella cattolicissima Irlanda (primo caso in cui il matrimonio tra persone dello stesso sesso viene introdotto da una consultazione popolare), il Cardinale Pietro Parolin ha perso una grande occasione per ribadire l’amore ecumenico di Dio verso gli uomini e di quello che dovrebbero predicare i sacerdoti di Dio, degli uomini verso gli uomini. In ogni caso e per ogni forma di amore, l’amore resta amore. Un termine che non conosce accezioni diverse, ne’ se ne’ ma.
Ora, alla luce di questa raffazzonata considerazione, mi piacerebbe urlare al Cardinale, a quanti dentro e fuori la Chiesa ipocritamente pensano questo, che le nozze gay non sono una “sconfitta per l’umanità“. Sconfiggono l’umanità e la umiliano l’Isis, per esempio, le guerre per l’esportazione della democrazia, le bombe a grappolo, ma in generale la cattiveria, l’incesto, la violenza sessuale e psicologica, la pedofilia, l’arroganza e la voglia irrefrenabile di accaparrarsi qualunque cosa, vale anche per gli affetti, sgomitando e bluffando. Di questo noi umani dovremo chiedere perdono, non di avere amato.