La fotografa del volley: la nostra intervista a Marika Torcivia
di Marina Bassano –
Per chi segue da vicino il volley nostrano il nome non è nuovo, visto che la protagonista della nostra intervista sembra possedere il dono dell’ubiquità che la porta a essere presente in palazzetti diversi della regione quasi in contemporanea. Marika Torcivia è la fotografa di pallavolo che ogni settimana troviamo di palazzetto in palazzetto con la sua pesantissima attrezzatura e il suo entusiasmo, per regalare a chi non riesce ad assistere dal vivo allo spettacolo del volley, emozioni e momenti da ricordare. Per i nostri pezzi sulla Ninfa Latina anche noi di Essere Donna Magazine spesso ci avvaliamo della sua preziosa collaborazione per le immagini di copertina, e ci riteniamo molto fortunate.
Immancabilmente accompagnata dal suo portafortuna Ciuchino, un portachiavi regalatole dalla mamma di un ex giocatore del Monterotondo, da allora diventato compagno inseparabile di ogni avventura, cogliamo Marika un po’ di sorpresa per l’intervista, trovandosi lei per una volta dall’altra parte “dell’obiettivo” (“ma sei matta a voler intervistare me?” ndr).
Si comincia dal principio, da come nasce il rapporto di simbiosi con la macchinetta fotografica che oggi l’ha portata a farne una passione, e un lavoro:
“A casa mia c’è sempre stata la passione per la fotografia, la mia infanzia è prevalentemente fotografata. Mio padre è molto bravo e la polaroid di casa è stato il mio inizio. Ho partecipato a un corso base di fotografia dopo essermi avvicinata al mondo delle reflex per capire come funzionavano i concetti principali. Ho iniziato a Monterotondo, con la squadra di B1 2 anni fa e da lì si sono sviluppate una serie di situazioni e coincidenze che mi hanno portato qui. A Monterotondo ho telefonato di persona, con la mia bella faccia tosta, chiedendo se potevo fotografare una partita per provare. All’epoca non avevo nemmeno un’attrezzatura professionale, che mi è stata prestata; la società è stata entusiasta del risultato e ho proseguito la stagione con loro, per la qual cosa ringrazio sentitamente la presidentessa Elena Belletti. Si sono concatenate una serie di situazioni, ho conosciuto Michele Benda della Sir Perugia e ho fatto la finale scudetto Perugia- Lube in A1. Questo mi ha dato l’ opportunità di conoscere varie persone; ho iniziato a collaborare con la FIPAV Lazio e la FIPAV Roma, con le quali ho partecipato al primo Foro Italico per Italia-Polonia e poi al Mondiale Femminile del 2014″.
Un crescendo di esperienze che in soli due anni ha portato Marika a collaborare attualmente al 100% con Volleyfoto.it, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, con la Federazione e con la Lega, ad essere il fotografo ufficiale in A2 della Globo Scarabeo Civita Castellana, per il secondo anno consecutivo.
Una serie di impegni che rende la settimana un lungo susseguirsi di partite e di trasferte da affrontare:
“Ci sono settimane in cui arrivo a 6 partite fatte, tra Coppe e turni infrasettimanali, tra Roma, Monterotondo, dove gioca il Civita Castellana, Perugia e Latina. Quello che mi pesa di questo continuo movimento è solo l’attrezzatura, tutto il resto è un piacere e una passione immensa”.
Il fotografo sportivo è una persona in grado di cogliere momenti che lo spettatore tralascia, tra un’azione e l’altra, nel pre e post partita, con un’attenzione a 360°:
“Sono una stalker fotografica, si possiamo dirlo! Credo di essere fortunata ad essere un’ex atleta e riesco forse a cogliere qualche dettaglio particolare, ma ci sono tantissimi fotografi bravi che non hanno praticato questo sport. Ci vuole oltre a sensibilità e tantissima pazienza anche molta fortuna perchè devi trovarti nell’angolo giusto per poter fotografare quel determinato sguardo o gesto. Personalmente mi piace molto fotografare il particolare e spero quando ci riesco che venga apprezzato”.
Questi 2 anni sono stati molto intensi per Marika e le chiediamo se c’è un momento in particolare che è rimasto impresso nel cuore:
“La prima partita al Foro Italico, Italia-Polonia di Giugno 2014, è stata un’emozione grandissima, un ricordo a cui sono particolarmente legata: le 20000 persone che hanno cantano l’inno su quelle gradinate a picco sul campo, con il cielo aperto sopra di loro, mi hanno fatto commuovere. Per le foto invece non ce n’è una in particolare, sono tante quelle che porto nel cuore, che non fanno riferimento né a gesti atletici, né a giocatori, né a partite. Le foto che non sbiadiranno mai sono quelle delle persone, degli amici che mi porto dietro e dei loro sorrisi. Raccontare la partita è importante, ma l’amicizia e le persone che questo lavoro mi permette di conoscere resteranno sempre negli archivi della memoria”.
C’è uno sfizio che a detta di Marika le resta da togliersi pienamente, e tutti i liberi dei campionati sono avvertiti:
“C’è un gesto che mi piace particolarmente fotografare ma non riesco sempre a fare: i recuperi spettacolari dei liberi, mi metterò d’accordo con qualcuno di loro per fargli fare un recupero vicino a dove sono io! [sorride, ndr]”.
Il Palabianchini e la Ninfa Latina rientrano nell’orbita di Marika da un paio d’anni:
“A Latina mi trovo molto bene. Dal primo anno in cui vengo qui come fotografa mi hanno sempre trattato come una di famiglia, devo ringraziare il presidente Gianrio Falivene, Giuseppe Baratta e Paola Libralato, la fotografa ufficiale della squadra, perché con lei collaboriamo e ci troviamo bene. Anche con i tifosi c’è un bel clima, perciò è sempre bello venire qui. In più, spesso la squadra regala partite da cardiopalma, il che aggiunge sempre un po’ di pepe al tutto”.
La stagione nelle categorie maggiori sta per terminare, con il tour de force dei playoff, ma non c’è riposo per le squadre fotografiche che iniziano il periodo di nazionali. Purtroppo non riusciamo a strappare lo scoop a Marika del progetto importante in cantiere:
“Per il futuro c’è un progetto molto grande che riservo ancora per un po’, ma posso dire che saremo presenti con Volleyfoto.it con le varie nazionali. In questa stagione molto intensa, con incontri molto ravvicinati, sono riuscita a godermi lo splendido campionato e i playoff del Civita Castellana, che, l’anno scorso con la promozione in A2, quest’anno appunto con i playoff, mi ha regalato immense soddisfazioni, esperienza per la quale devo ringraziare la presidentessa Maria Luisa Agostinelli”.
Chiudiamo l’intervista con una considerazione sulla peculiarità del lavoro da donna in un ambiente prettamente maschile, sia da parte degli addetti ai lavori che degli atleti:
“Numericamente gli uomini sono di più in questo campo; l’attrezzatura è effettivamente pesante, per noi donne di più, ma la pratica aiuta a maneggiarla. Questa mia passione è il mio essere donna in un mondo maschile e va benissimo così”.