Un fotografo che si nutre di passione. Pierpaolo Cioeta
di Emanuela Federici –
Eravamo nel suo studio, in un caldo pomeriggio di aprile. Mi è bastato qualche minuto di conversazione per capire davvero il significato della parola “passione”. Lo stimolo che travolge e che non lascia altra scelta se non approfondire e assecondare le proprie attitudini. E’ quello che ha permesso a lui, Pierpaolo Cioeta, di fare del suo amore per la fotografia una realtà, costituendo un’associazione culturale incentrata sul mondo della cultura e di tutte le attività legate ad essa. Tra corsi formativi e progetti artistici, Smile Lab offre l’opportunità di dare spazio ad iniziative e ad interessi nel campo dell’arte, legati non solo al territorio pontino. Un pieno di energia trasmessa per osmosi da Pierpaolo a tutti gli iscritti e a tutti coloro i quali, col tempo, si lasciano affascinare dalla varietà di idee proposte.
Impegnato da sempre nel volontariato, ha alle spalle molti reportage, correlati da esposizioni personali e mostre collettive. Un libro fotografico pubblicato in collaborazione con l’associazione Steadfast Onlus, “The Works of Father Edeh: hope for a peaceful Continent”, in cui racconta della sua esperienza in Nigeria a contatto con Padre Emmanuel Edeh, sacerdote nigeriano, e dell’importanza delle sue opere per la popolazione del posto.
Un fotografo che coltiva la sua passione con professionalità. Ci chiediamo quale sia stato il suo percorso.
“Per me non è una professione, come sai bene, ma una grandissima passione iniziata 25 anni fa. Ho sempre fotografato a livello amatoriale, ma nel tempo ho voluto approfondire questo hobby studiando, frequentando corsi che mi permettessero di avere una conoscenza maggiore della tecnica e di quest’arte. Prima, senza la tecnologia di oggi, veniva meno la possibilità di esercitarsi. Il materiale per poter realizzare una fotografia non era economicamente raggiungibile da tutti. Il rullino ti dava un massimo di 25 foto e si doveva aspettare la stampa per poter capire i propri errori. Invece ora la tecnologia è fruibile da tutti e si può approfittarne senza necessariamente rimanerne vittime, avendo la possibilità così di scoprire più velocemente i propri interessi e di combinarli tra loro. Soprattutto negli ultimi anni, infatti, mi è capitato spesso di unire questa passione a quella per i viaggi e a quella per il volontariato. Motivo per il quale ho fatto anche diversi reportage in Nigeria, collaborando con l’associazione Steadfast Onlus in missioni umanitarie, nella quale collaboro come Project Developer”.
Quali sono state le tue soddisfazioni più grandi?
“Di sicuro il libro pubblicato in collaborazione con Steadfast Onlus, che raccoglie tutta la mia esperienza in Nigeria. Le mostre fotografiche organizzate in tutto il territorio italiano e anche all’estero. E poi il volontariato. E’ un interesse che ho da sempre e che mi piace coltivare, soprattutto da quando collaboro con questa Onlus. Tutte esperienze che mi hanno consentito di avere delle belle soddisfazioni in ambito fotografico. Perché quando qualcosa che ami non rappresenta per te una professione, quindi una fonte di reddito, a mio avviso ti dà molte più soddisfazioni proprio perché hai la possibilità di assaporare ogni esperienza e di approfondire con il linguaggio fotografico solo quello che ti piace quando ne hai voglia. Solo perché è una cosa che ti stimola, che non ti obbliga a scendere a compromessi. Quindi, nel mio piccolo, ogni singola cosa che ho fatto è stata fonte di soddisfazione. Indiscutibilmente però gli ultimi anni mi hanno visto impegnato in questa serie di reportage soprattutto in Nigeria. Ciò che mi ha appagato è stato vedere questi lavori fotografici essere apprezzati in contesti molto importanti”.
Com’è nata la collaborazione con questa Onlus?
“Tramite un mio fraterno amico che l’ha fondata. Lui è il presidente di questa associazione, Emanuele Di Leo. Io sono sempre stato impegnato nel volontariato. Poi lui mi ha coinvolto in questa serie di attività umanitarie e di cooperazione in Nigeria. E questa cosa ci ha portati, soprattutto lo scorso anno, ad andare cinque o sei volte di seguito in Africa a fare dei lavori fotografici e a valutare tutta una serie di azioni di cooperazione internazionale”.
Il prossimo 8 maggio inizierà il nuovo corso di fotografia organizzato da ED Essere Donna in collaborazione con Smile Lab, che ti vedrà coinvolto a livello formativo insieme ad Ernesto De Angelis, docente presso la Scuola Romana di Fotografia e Cinema. Cosa puoi dirci in merito a questa esperienza?
“La cosa che più ci stimola nell’affiancarvi, e nell’affiancare Ernesto, in questa nuova avventura è proprio la consapevolezza che questa sarà solo la prima tappa di un percorso. Questa esperienza ci entusiasma soprattutto perché mette Smile Lab nella condizione di fare un ulteriore passo in avanti nella propria capacità di aumentare la qualità dell’offerta formativa. In più ci piace molto che l’idea, l’organizzazione e l’impegno formativo, orientati sul territorio di Latina, nascano da una testata giornalistica come ED Essere Donna, poiché riteniamo che sia anche il segnale che alcune passioni non siano più appannaggio delle associazioni o delle realtà specializzate nel settore. Quando in un corso si uniscono l’entusiasmo, come quello di Smile Lab, l’originalità di un magazine e la professionalità di un fotografo come Ernesto De Angelis, io credo che abbia tutte le carte in regola per essere un progetto vincente!”.
Come verrà strutturato il corso di base?
“Il corso sarà strutturato su sei moduli, con frequenza settimanale di una lezione della durata di due ore all’incirca. Io e Ernesto abbiamo deciso di dividerci la docenza di questo corso in questo modo: io mi occuperò della parte più strettamente tecnica, quindi dell’approccio proprio alla macchina fotografica, all’utilizzo e alla conoscenza dell’apparecchio, e chiaramente cercherò di trasmettere la mia (ormai chiara) passione; il valore aggiunto di Ernesto, invece, sarà quello di trasferire questi concetti nell’ambito più creativo. Chi si iscriverà al corso avrà la possibilità, per la parte della docenza che seguirà lui, di approfittare di un qualcosa che forse è ancora più importante del tecnicismo nel momento in cui si fa una fotografia. Che è la competenza, la capacità di raccontare con un’immagine uno stato d’animo”.
E cosa serve per frequentare il corso?
“Sarà un corso impegnativo per tutti. La cosa principale è la passione, o quantomeno la curiosità verso l’argomento fotografico. Non sono richieste competenze in questa fase perché è un modulo base di avvicinamento alla fotografia. Ci vuole però anche l’impegno, perché sarà un corso molto concentrato. L’obiettivo sarà quello di fare in modo che chi uscirà dal corso potrà essere autonomo sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista ‘creativo’. Per i mezzi tecnici non è assolutamente indispensabile possedere l’ultimo modello di una macchina fotografica. E’ certamente consigliato il possesso di una macchina fotografica reflex più che altro per provare, per fissare i concetti, ma non è indispensabile per il corso in sé”.
Sul magazine online è presente la sezione “ED Fotografa” che mette a disposizione dei lettori la vostra competenza in ambito fotografico, oltre che rappresentare un vero e proprio spazio dedicato alla fotografia. Cosa ci puoi dire di questa novità?
“L’idea di questa rubrica è una delle cose più originali e direi anche stimolanti di questo giornale. E’ sicuramente la conferma che una rivista possa in qualche modo ottemperare non solo all’informazione, ma anche alla formazione e quindi stimolare un interesse nel lettore. E lo spirito con il quale io e Ernesto ci avviciniamo al corso lo vorremmo trasferire anche nella sezione ED Fotografa. Saremo a vostra completa disposizione. Certamente partiremo con una sorta di ‘assistenza’ fornita al lettore, il quale potrà decidere di rapportarsi con questa rubrica ponendo dei quesiti in ambito fotografico, che possono essere sia tecnici che artistici. L’obiettivo è anche quello di creare una sorta di community. Noi riteniamo che la tecnologia del vostro magazine online sia essenziale per un’iniziativa di questo tipo”.
Un motivo per il quale i nostri lettori non dovrebbero farsi sfuggire queste iniziative?
“Che dire… Quando si incontrano degli ingredienti validi all’interno di un progetto si crea un qualcosa di irripetibile… direi unico! Sarebbe un peccato non cogliere questa opportunità sul nostro territorio, non credi?”.