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Giulia Romana: “Il mio successo lo devo all’amore per mio padre”

di Emanuela Federici –

Un marchio nuovo quello di Giulia Romana. Creazioni che hanno portato nel mondo delle borse e degli accessori un tocco di originalità e freschezza. Sarà per questo che sembra molto apprezzato dalle donne di Latina e dintorni, orientate nella scelta di modelli così giovanili e colorati. Pezzi quasi unici, creati secondo l’estro di Giulia Romana Segneghi, che abbiamo intervistato a pochi giorni dall’evento di presentazione del suo marchio tenutosi presso il Kusi Beach, noto stabilimento del nostro litorale.

 

Com’è nata la tua esperienza nel mondo degli accessori?

“E’ nata ad agosto. Ho cominciato prima facendo alcune borse in cordoncino, con l’uncinetto. Poi ho avuto una forte tendinite e ho dovuto rinunciare. C’era una borsa che volevo tanto fare, l’ho disegnata, ho fatto il cartamodello. Poi mio padre l’ha visto e mi ha detto ‘Sei brava, credici’. E io ce l’ho messa tutta. Mio papà era in fin di vita. Questo mi ha dato la carica giusta per riuscire in questa impresa. L’ho fatto per lui. Perché era un architetto e devo a lui la mia parte creativa. Tutta l’energia che metto nelle mie creazioni l’ho ereditata da lui. Non mi fermo mai. Devo sempre creare qualcosa. E dando sfogo all’amore che ho per mio padre ho creato questo marchio. L’ho chiamato col mio nome di battesimo che ovviamente mi aveva dato lui”.

 

Un bel progetto…Come hai fatto a realizzarlo?

“Su consiglio di una persona a me cara, mi sono rivolta ad un laboratorio di Roma. Con loro ho iniziato con i primi modelli e ho portato avanti poi tutte le collezioni. Ora è diventato il mio laboratorio. Sono persone molto care. Lavorano ancora con la storica macchina da cucire, a mano… Le borse che realizzo sono molto semplici, ma poi ci sono dei pezzi unici che creo prendendo dei pezzi di pelle particolari. Senza la loro professionalità e la loro esperienza non avrei potuto avere lo stesso risultato”.

 

mini schoolHo letto in un’altra intervista, uscita tempo fa su un magazine di Latina, che hai iniziato a creare le tue linee perché vedevi in ogni altra borsa un difetto.

 “Sì, è vero. Perché ovviamente, come tutte le altre donne, ho anche io borse dei grandi marchi italiani e non! Però in ognuna ho sempre trovato un difettuccio… In questo modo è nata la mia prima borsa. Volevo una sorta di cartella, come quelle usate quando eravamo piccole per andare a scuola della Naj Oleari. L’ho rifatta in chiave più signorile, funzionale per una donna e per una mamma, semplicemente aggiungendo una tracolla. Perché a una mamma può sempre capitare di correre dietro al proprio figlio. E io che di figli ne ho due, uno di otto e uno di due anni, questo lo so bene. Così è nata la mia prima borsa, che è la Mini School, e da lì piano piano ho iniziato a disegnare e a creare le altre linee. La cosa bella è che quando sono andata per fare la brochure, il fotografo mi ha chiesto ‘Quante borse saranno?’. E io ho risposto decisa che non potevano essere più di una decina. Poi invece mi sono resa conto che ne avevo fatte più di trenta senza accorgermene. Credo sia normale quando fai qualcosa che ti appassiona”.

 

Che materiali prediligisecchiello grande rigido nei tuoi modelli?

“Le mie borse sono tutte in pelle di vitella. Mi arriva la pelle proprio dalla toscana. Quando le vedo al momento dell’ordine, mi innamoro di alcuni pezzi e li prendo senza sapere come poi li potrei utilizzare. Non mi succede mai di vedere un pezzo di pelle e pensare già a come abbinarlo. E’ una cosa che si trasforma e arriva all’improvviso. Le prime borse erano di vari tessuti e materiali, come il cordoncino, la lycra… All’evento ho presentato invece un modello fatto con un tessuto inserito in un materiale che è usato per fare le moto. L’idea mi è venuta in mente un giorno, andando a vedere una macchina usata di un mio amico. Ho notato questo materiale e mi sono subito attivata per poterlo reperire e utilizzare nelle mie creazioni. Sono andate subito a ruba”.

 

Dove è possibile acquistare le tue collezioni?

“Le mie borse sono già in vendita da ‘Serpico Store’ di Emanuela Martellucci a Latina e presso la boutique ‘St. Thomas’ al Circeo. Diciamo che sono già due punti molto importanti”.

 

Cosa caratterizza il tuo marchio?

“La particolarità e l’eleganza. Mi piacciono le mie borse, mi piacciono tutte. Sono molto fini. Quelle che vedo in vendita in tanti negozi sono tutte troppo eccentriche. La donna spicca nella sua semplicità nella sua eleganza, nella sua finezza. E le mie borse rispecchiano questo. Pe me la donna deve essere bella, semplice e caratterizzata da un tocco di colore, come una pochette rossa. Voglio creare un mio stile, non voglio imporlo. E per me l’essere donna vuol dire indossare un vestito nero, anche con delle ballerine, e ravvivare il tutto con una borsa che dà quel qualcosa in più. Così sei eccentrica e allo stesso tempo fine ed elegante. Nelle mie borse questa filosofia si rispecchia nei dettagli, come ad esempio le cuciture, che non devono mai essere troppo marcate. Devono essere sempre una nota molto lieve. Così è possibile abbinarle un po’ su tutto”.

 

La borsa è un accessorio fondamentale, ma non tutte sanno sceglierla. Secondo te per chi è abituato a gettarsi solo su cose funzionali, quale potrebbe essere il critebirk piccolario per scegliere quella più adatta?

“Diciamo che dipende soprattutto dall’abito che si deve indossare e dall’occasione. Una borsa deve essere anche quattro stagioni. Le mie borse infatti sono sia estive che invernali. Cambiano semplicemente il modello e il colore. Mi piace creare cose che una persona possa sfruttare sempre, di giorno e di sera. E questo dev’essere il criterio di scelta. Anch’io cerco di cambiare il più possibile le borse che porto, alternando le mie con quelle di altri marchi. Ma poi mi piacciono talmente tanto le mie che alla fine le metto tutti i giorni. Bisogna saper anche osare un po’. Prima, per esempio, mi vestivo sempre di nero. Monocolore. Invece poi mi sono innamorata del fucsia, del bluette, del giallo, che quest’anno è andato a ruba. Ho cercato di fare delle borse più da donna giovanile, come la Birk, con un tocco di vivacità. E con mia grande sorpresa poi ho notato che molte venivano acquistate anche da signore di una certa età. Quindi dipende molto dal proprio gusto e dall’abbinamento”.

 

Sappiamo che sei romana di nascita e latinense di adozione. A parte la tua famiglia, perché hai deciso di restare nella nostra città?

“Latina è una città che ha molto da offrire e che mi sembra troppo sottovalutata. Inoltre ho già vari gruppi di amici qui con cui sto bene. Ho preso casa in centro, perciò in un attimo sono ovunque. Ho già dei punti di riferimento, bar, locali, dove mi conoscono dove mi salutano per nome. Ormai mi sento a casa”.

 

Le tue creazioni come nascono?

“Nascono dalle cose di tutti i giorni. Mentre parlo mi vengono in mente nuove idee e in un attimo mi perdo pensando a come realizzarle, ai tessuti, alle cuciture… Bisogna saper guardare oltre le cose di tutti i giorni. In questo consiste la mia creatività”.

 

Segui molto la moda?

“In realtà no! Non la seguo molto. Ma a settembre dovrò andare alla settimana della moda, perché poi è necessario anche tenersi aggiornati. Sei tu che decidi se una cosa va di moda oppure no. Posso prendere spunto da alcune cose che vedo in giro nelle vetrine, ma non posso esserne influenzata! A volte succede di pensare ad un modello e poi scoprire che esiste già. E’ frustrante, ma puoi comunque decidere di realizzarlo a modo tuo e di dargli quel qualcosa in più che ti caratterizza”.

 

Riesci a condividere questa passione con i tuoi figli?

“Sì, soprattutto con mio figlio più grande. Lui è molto entusiasta di questa mia attività. E’ un bambino molto sensibile. A volte mi aiuta. Quando entra nella mia camera, che sarebbe il mio show room, vedo proprio che gli piace stare in mezzo alle mie creazioni. Per me è molto importante. Sto creando qualcosa anche per lui. Qualcosa che potrò lasciargli come mia eredità”.

 

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Emanuela Federici

Emanuela Federici

Redattrice -