Una latinense a Manhattan
di Alexandra Madìa –
E’ pomeriggio e il vento gelido si incanala attraverso quel reticolato di streets e di avenue da cui è formata Manhattan.
Cammino lentamente per strada fregandomene del freddo che mi attanaglia. L’atmosfera natalizia mi coinvolge immediatamente e lo sfavillio di luci da cui è avvolta la Fifth Avenue mi abbaglia.
Per strada la gente passeggia, il traffico è caotico e le vetrine dei negozi e dei grandi magazzini lasciano senza fiato. Passo davanti al celeberrimo negozio di Tiffany e non posso che rimanere incantata dalle sue creazioni. Le vetrine in verde, verde Tiffany naturalmente, in stile anni “50 sono deliziose. Qui, a New York, la crisi sembra essere un problema del passato, la gente affolla i negozi e cammina per strada carica di pacchi. La moda, si sa, ha ormai diverse capitali ed una di queste è senz’altro la Grande Mela. Entro da Saks di fronte al Rockfeller Center
Nei tre piani dedicati alla moda femminile imperano paillettes di ogni sfumatura di colore. Abitini, leggings, gonne, tutto luccica e abbaglia. Mi sento come una gazza ladra e se potessi comprerei tutto. Meravigliose le gonne in tulle vaporosissime da portare obbligatoriamente con una camicia in jeans o scozzese e anfibi di giorno o decolté altissime per la sera. Scendo al reparto calzature e qui il mio cuore subisce un vero colpo.
Mi trovo nel posto dove ogni donna vorrebbe essere, centinaia di scarpe disposte con cura sono li in mostra pronte per essere portate via. In questo caso la tendenza Newyorkese vuole tacchi vertiginosi e stivali altissimi fino a coprire metà coscia come quelli indossati dal Gatto nella famosissima favola.
Naturalmente nessuna donna può andare a New York senza fare un salto da Victoria Secret, quindi, salto sul primo taxi e mi dirigo verso Union Square. Di fronte a Macy’s i più antichi grandi magazzini degli States, mi appare enorme l’insegna rosa shocking del più famoso brand di intimo al mondo.
Entro, mi immergo nell’atmosfera un po’ kitsch del negozio e inizio la ricerca di qualcosa che non sia né troppo fetish, ne’ troppo da scolaretta. Dopo circa un’ora trovo finalmente (per buona pace di mio marito ormai sull’orlo di una crisi di nervi) qualcosa di adatto a me.
Non è stato facile, ma ce l’ho fatta. Finalmente siamo fuori, per le strade fra i carretti degli hot dog e pretzel e il fiume umano brulicante sui marciapiedi, le luminarie da capogiro.
Siamo davanti a Fao Schwartz , il negozio per bambini più famoso di New York fondato nel 1862 ed entrare a questo punto mi sembra obbligatorio.
E’ come ritornare bambina, ci accolgono due ragazzoni vestiti da soldatini di legno con tanto di colbacco in testa, e immediatamente vengo rapita da quei colori fantastici. Migliaia di giocattoli dai più tradizionali (peluche, costruzioni, bambole) fino ad i più avveniristici. Penso a mio figlio, rimasto in Italia, sarebbe impazzito in un posto come questo.
Ultima tappa ( mi tocca) il mega store della Nike nella Trump Towers. Armata di lista della spesa (i miei tre figli me l’avevano preparata a Latina) mi avventuro e scopro che proprio quel giorno in quel negozio, in anteprima mondiale, sono state lanciate le nuovissime “Pitons”, scarpe da ginnastica a collo alto in pelle pitonata.
Centinaia di ragazzini sono in fila per accaparrarsi per primi il nuovo modello di scarpe, sprezzanti del freddo che nel frattempo si è fatto più pungente.
Stanca ma felice desidero adesso tornare nella mia calda stanza d’albergo, camminare per le meravigliose vie di Manhattan nel periodo più bello dell’anno è davvero fantastico, ma adesso è ora di tornare con i piedi per terra, ci aspetta un volo che ci riporterà a casa, dai miei affetti nella mia città e in questo momento è il mio unico desiderio…