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Donna all’attacco – Latina -Ascoli, la miglior difesa non è l’attacco.

di Alga Madìa –

Latina – Ascoli  1-0.  

Che scritto così, a guardare il risultato, i tre punti incassati e portati a casa con un gran sollievo al triplice fischio dell’arbitro Chiffi, pare tutto bello. E, se è vero, com’è vero, che si vince con i gol e non con una bella partita o una ottima prestazione, va dato merito a chi ha vinto e intascato il risultato migliore. E noi iniziamo così la scalata della vetta più alta con questi tre punti che parlano e zittiscono chiunque.

Ma io, misera spettatrice impreparata e sicuramente inconsapevole di come vadano certe dinamiche, i moduli di gioco, mi chiedo in base a quale criteri si facciano le scelte. Ho pure provato a studiare qualcosa, mannaggia, perché presuntuosamente ritenevo che, se una donna arriva a comprendere la regola del fuorigioco, abbia capito tutto del calcio. A me l’aveva spiegata papà durante i mondiali dell’82 e mi divertivo pure ad anticipare le decisioni dell’arbitro, gasata com’ero dal procedere inaspettato della squadra italiana che stava stupendo il mondo intero e noi stessi italiani che la seguivamo da casa.

Così studio ‘sti moduli (mi viene forte il dubbio che nell’82  non ci fossero) e trovo che escluso il portiere (chiaramente, lo capisco pure io!) il coach dispone dei rimanenti 10 giocatori  con una difesa che può essere a 2 a 3 a 4 a 5. Madonna mia!

Posto e compreso questo, tornando alla partita di ieri sera, dove il primo gol del Latina, al 4’ del primo tempo, segnato da Acosty, avrebbe dovuto essere un’iniezione di fiducia per tutta la squadra, ho visto un Latina brillante nel primi 45 minuti, che nella ripresa ha invece iniziato un graduale indietreggiamento fino a chiudersi nella propria metà campo, con l’unico interesse di  difendere quell’unico gol,  rischiando più di qualche volta di essere raggiunti da un pareggio.

Tutti (e pure io!), sappiamo dei trascorsi calcistici del bel coach, Mark Iuliano, noto calciatore che ha militato per diversi anni nella Juventus e in Nazionale. Era un difensore. Questo mi lascia pensare che la scelta, anche quando nei cambi dell’ultimo quarto d’ora ha inserito solo difensori, non sia stata dettata dalla voglia di potenziare il risultato e rischiare il raddoppio,  piuttosto quello di difendere ancora quell’unico gol.

Così, lui nervoso, fino a consumare camminandoci nervosamente sopra, la linea di calce bianca che delimita quel rettangolo (area tecnica) dal quale l’allenatore non può uscire, diversi gli attacchi alla nostra porta egregiamente difesa da un grandissimo Raffaele Di Gennaro, ci hanno tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo secondo.

Riepilogando, un ottimo avvio di partita, frizzante primo tempo, tutti indietro nel secondo, convincendo gli spettatori, che non è sempre vero che la miglior difesa è l’attacco.

Ma si sale in classifica!

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