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Laura Menon e l’Air Beach Volley School: “del Beach Volley amo la libertà”

di Marina Bassano –

A guardare Laura sembra tutto facile, sembra leggero muoversi sulla sabbia, sembra che non si sprofondi a ogni passo e saltare appare una cosa più agevole che sul normale terreno, così come spostarsi avanti e indietro. Ovviamente poi non è così, e te ne accorgi tuo malgrado al primo mezzo passo, quando ti ritrovi mezza caviglia sommersa dalla sabbia e hai l’affanno dopo i primi 5 minuti, dopo aver solo camminato per altro. Di fianco a lei la prima cosa che ti passa per la testa è riuscire a trovare un modo per muoversi e sembrare meno goffa che puoi, cosa quasi impossibile, visto che sembra non esistere forza di gravità per i suoi passi e salti su questa superficie.

Parliamo oggi con Laura Menon, allenatrice, giocatrice e tra i fondatori dell’Air Beach Volley School.

A Latina c’è un grande impianto dove si pratica beach volley, tirato su dal nulla un annetto fa, che sta cercando di diventare una bella realtà del nostro territorio. I presupposti ci sono tutti: a partire dalla struttura per arrivare allo staff:

“L’Air Beach Volley School e il PalaEagle nascono dalla grande passione per il beach volley, fin da quando ero ragazza in Argentina, passione iniziata come atleta e proseguita in modo naturale nella direzione dell’allenatore: ho iniziato a allenare le mie compagne visto che non esistevano allenatori di beach all’epoca, all’infuori di Marco Solustri che è stato il primo, e non c’erano sono le strutture. Il mio lavoro era un altro, mi sono sempre occupata di grafica e illustrazione al pc, e ho pensato di investire i risparmi in questo progetto.

L’opportunità è arrivata grazie a Mauro Sabbatini, che aveva avuto la proposta di sistemare questo terreno dell’Aeronautica, insieme a Nicolangelo Antonicelli, e ci è sembrato un sogno, fare dei campi da beach qui con l’idea di poterli coprire”.

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Il sogno ha preso corpo il 10 Maggio 2015, giorno dell’ inaugurazione, e a Settembre di quest’anno ha preso il via la seconda stagione della struttura:

“A parte i grandi risultati degli olimpionici che tirano e ci aiutano perché i ragazzi, e non solo loro, si immedesimano e sognano, quest’anno il beach volley sta venendo fuori in modo importante; poi essendo il secondo anno, c’è sicuramente un effetto passaparola che mancava l’anno scorso. Da parte nostra cerchiamo di portare avanti tutte le realtà. I giovani innanzi tutto, abbiamo aperto un primo corso ragazzini di 10-12-13 anni, che non hanno neanche mai giocato a pallavolo, nascono direttamente sulla sabbia. Il mini beach volley è tutto sperimentale, visto che fino ad oggi è sempre venuto dopo la pallavolo. Loro si divertono, la prendono come una cosa ludica: stare in mezzo alla sabbia con la palla, ma vi assicuro che dopo soltanto due settimane migliorano incredibilmente, acquisiscono i movimenti in un batter d’occhio”.

L’Air Beach Volley cresce come cresce la struttura nel complesso, arricchita quest’anno da un team di professionisti nel campo dello sport:

“Abbiamo nella struttura il preparatore atletico Alessio de Biasi, molto bravo e preparato; il Centro fisioterapico Stema Fisiolab, fiore all’occhiello per Latina. Non ci fermiamo qui, in programma ci sono due campi all’aperto, nonché un tunnel coperto dagli spogliatoi al pallone e il riscaldamento aereo, dopo la sabbia scaldata già attiva”.

Circa 80 iscritti nel primo anno, un numero ora in netta crescita nonostante le difficoltà iniziali:

“Le difficoltà maggiori del primo anno sono state quello di relazionarsi con questa mentalità a volte provinciale, non solo qui ma dovunque, nei riguardi di questo sport, non è stato facile introdursi e presentarsi. E’ uno sport particolare, che da molti viene preso come una parentesi estiva che si può fare in spiaggia, quindi perché andare al coperto e pagare un campo da affittare, o peggio ancora un istruttore tutto l’anno? Alla fine questo modo di vedere si è mano mano allentato e siamo stati “socialmente accettati”.

Anche Laura viene dal mondo della pallavolo, e si avvicina al beach volley in un secondo momento:

“Ho giocato a pallavolo fino all’età di 17 anni, arrivando in A2 nel ruolo di martello, ma per necessità lavorative ho dovuto smettere. Ho ripreso dopo, con mia figlia già grande, a 28 anni, con la squadra di Anzio di Carmine Pesce, in B1. Mi piaceva sempre tantissimo il beach volley e avendo mare e spiaggia a portata di mano, mi sono dedicata esclusivamente a questo. Ha iniziato a diventare una cosa seria: dal 2002 in avanti ho partecipato al campionato italiano tutti gli anni. I primi due sono stati di grande fatica, perché all’inizio ci sono un sacco di cose da imparare e da assimilare, e inoltre bisognava anche fare parecchi punti allora per restare nella categoria. Dal 2004 sono arrivati i primi risultati: la vittoria della tappa di Anzio nell’anno in cui non ci fu il campionato italiano, ma solo quella tappa che era a tutti gli effetti una finale effettiva. Inconsapevolmente vinsi quella tappa battendo le ragazze della nazionale, cosa che mi fruttò una wild card per giocare il World Tour e entrare nel tabellone giocando contro Walsh e May campionesse olimpiche statunitensi, una soddisfazione come poche altre. Dal 2006 al 09 è stato un crescendo di soddisfazioni, ho fatto coppia con Giulia Toti, anche lei nel giro della nazionale, e abbiamo partecipato a un anno intero di World Tour nel 2009. Ho vinto 3 tappe regionali (2006, 20012 e 2013), continuando a giocare fino al 2015, nel 2014 è nato l’ Air Beach quindi mi sono dedicata a questo. A 49 anni compiuti va anche bene..però ancora “je l’ammollo”.

L’Ultimo successo in ordine di tempo è quello di inizio settembre nella categoria over 40 a Cesenatico, nella Coppa di Lega organizzata dalla neonata Lega Italiana Beach Volley, con vittoria su Parenzan-Folco coppia titolatissima di Jesolo:

Ti rendi ogni volta conto di come questa cosa ti appartenga, di quanto ci sei dentro, come il topo nel formaggio. Mi piace stare lì, mi piace giocare, mi piace la gente che c’è nell’ambiente perché ci vuole molta passione per fare il nostro sport. Le soddisfazioni sono così grandi che l’aspetto economico passa quasi sempre in secondo piano, non te ne importa. Anzi magari ci si rimette anche. Il titolo regionale vinto nel 2013 con mia figlia Giulia, rappresenta una gioia che non ti so spiegare, un qualcosa di veramente indescrivibile. Anche perché mi avevano operato alla spalla, giocavo col sinistro, e lei è stata una scoperta. Giocava con sua madre, con tutte le complicazioni del caso, è stato un torneo iniziato non bene, ma finito in gloria, battendo coppie molto forti. L’emozione che ho provato è stata una cosa impagabile, e ancora di più che il merito sia stato suo, perché è stata lei il motore finale”.

Il beach volley è uno sport a sé, insidioso e unico, che non smette mai di metterti alla prova, anche dopo anni:

“La calma è la dote fondamentale in questo sport. Saper aspettare, perché il tuo momento arriva. Se hai fretta questo momento ti scappa, scivola via e tu non te ne accorgi; se sei consapevole e tranquillo, riesci a sentire che in quel momento sei un predestinato, allora te lo porti a casa. Il beach è un po’ come il gioco degli scacchi, ti affina ti migliora psicologicamente e ti aiuta a vivere in una maniera più consapevole. Tu acquisisci forza, perchè nel campo sei solo, a volte anche il tuo compagno è un avversario. E invece lo devi amare e comprendere il tuo compagno, e attraverso questa fatica conosci te stesso. Tutte le volte che rientri in quel quadrato ti capita di pensare “Cavolo sono ancora qua”, perché magari sei in un momento di difficoltà, ma se riesci a essere diverso ogni volta, a capirti e a capire l’altro, tu cresci. E’ questo l’immenso valore aggiunto che regala il beach volley”.

La Laura allenatrice non è molto diversa dalla Laura giocatrice, decisa e esigente:

“Mi piace allenare, aver vissuto molto intensamente questo sport in età matura, mi consente di portarlo al di fuori e metterlo a disposizione di chi vuole. Non tutti hanno questa voglia di prendere, ma io la offro ed è a disposizione di chi vuole, ed è un piacere vedere quando qualcuno la fa sua e la trasforma ancora in qualcosa di diverso e la fa crescere come una creatura che prende forma. Amo tutto di questo lavoro, non riesco a trovare un lato negativo davvero. Dicono che non tutti i grandi giocatori possono fare gli allenatori, io so che ad un certo punto mi sono ritrovata ad avere le risposte: quando ti chiedono il perché di un gesto o di un punto, mi trovo a saperlo spiegare. A volte mi stupisco, significa che ne ho viste tante. Magari do le risposte sbagliate, questa cosa potranno dirla i posteri, quelli che giocando diranno: “Sai che quella cosa che mi hai detto, non era così e ti dimostro perché”. C’è sempre un interscambio, tra me e i ragazzi e le ragazze che alleno, imparo ogni giorno da loro tante cose. Allenare le donne e gli uomini è un’esperienza diversa ma mi diverto un sacco con entrambi. Inizialmente temevo di non essere all’altezza di allenare gli uomini perché immaginavo ci fosse bisogno di molta prestanza e forza fisica per essere allenante, ma con il numero sufficiente di persone che sono in grado di darmi qualità, mi sono resa conto che non c’è bisogno. La soddisfazione maggiore è toccare con mano i miglioramenti di ognuno, tutti hanno migliorato i loro punti critici e vedere giorno dopo giorno nei loro occhi la passione che cresce”.

Dicevamo della neonata Lega Beach Volley, un progetto importante per dare una struttura a questa disciplina fino ad ora molto lasciata a sé:

“Non è ancora ufficiale, ma speriamo che sia cosa fatta. E’ una cosa nuova da vedere, le persone che la stanno mettendo in piedi sono ex giocatori e sono persone apprezzabili. Bisogna vedere se tutti insieme faremo del bene, si parte tutti in quarta, ma ci sono diverse questioni da analizzare. Personalmente sono molto chiara, non mi piacciono quelli che vogliono tenere gli altri con la testa bassa, non mi piacciono le imposizioni, non mi piace che i giovani li vogliano fermare, ho le mie idee. Amo abbastanza del beach la libertà. E’ il giocatore che si sceglie allenatore e compagno. Questo deve restare lo spirito del beach, quello della libertà. Non mi piace che si tenda a dire tu appartieni a me o a te. Speriamo che sia portata avanti l’iniziativa con questo spirito. Va bene che i ragazzi appartengono alla società perché li aiuta a crescere, ma se vogliono andarsene non devono esserci problemi. Sono stata un giocatore e questo è un punto irrinunciabile”.

Avere un’allenatrice come Laura a Latina deve essere un motivo di orgoglio e una fortuna da cogliere per tanti. Capita spesso di parlare di lei con le compagne e i compagni di corso, e una frase ricorre praticamente con tutti, anzi due parole che usano quasi tutti per descriverla:
“Che Donna!”

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